The Tournament

Anno: 2009

Regia: Scott Mann

Interpreti: Robert Carlyle, Ving Rhames, Kelly Hu, Liam Cunningham

Dove trovarlo: Amazon Prime

Ogni sette anni si tiene un torneo che vede i migliori assassini del mondo lottare l’uno contro l’altro per stabilire chi sia il migliore tra tutti. A ciascun partecipante viene innestato un chip che permette di localizzarlo in ogni momento e i contendenti vengono seguiti in ogni loro mossa tramite una fittissima rete di telecamere dai ricconi che scommettono su di loro. L’ultimo assassino a rimanere in vita sarà il vincitore, avrà la gloria e un consistente premio in denaro. Questa edizione del torneo si svolge in Inghilterra ed è organizzata dallo spietato Powers (Liam Cunningham), che ha introdotto una variante: i chip non servono più solo da localizzatori ma sono delle bombe programmate per esplodere allo scadere del tempo, per evitare che il gioco si protragga troppo a lungo. Il favorito di quest’anno è Joshua Harlow (Ving Rhames), vincitore della precedente edizione tornato per scoprire l’identità dell’assassino di sua moglie. Ma uno degli altri concorrenti, per muoversi senza essere individuato, si toglie il microchip e lo mette di nascosto nel caffè di un prete ubriacone, padre MacAvoy (Robert Carlyle), che diventa quindi suo malgrado un bersaglio di tutti gli altri assassini…

Per chi avesse visto Death Race, il film con Jason Statham e Tyrese Gibson in cui i detenuti si sfidano in pericolose e rocambolesche corse automobilistiche per la gioia dei telespettatori paganti, ritroverà esattamente lo stesso film ma con le pistole al posto delle auto. Ma sebbene non ci sia nulla di inaspettato in The Tournament il risultato è comunque un film d’azione variegato e divertente, spettacolare quanto basta negli scontri tutti l’uno diverso dall’altro. Vediamo infatti, oltre alle classiche sparatorie, anche ottimi numeri di parkour, bei combattimenti corpo a corpo, scene di inseguimento su autobus a due piani (il torneo si svolge in Inghilterra) e armi non convenzionali di vario tipo. La violenza è tanta ma non è eccessiva per il genere, i personaggi sono molto stereotipati ma riescono comunque ad essere efficaci grazie alla bravura degli interpreti. Robert Carlyle è perfetto come pastore che ha smarrito la fede e trovato la bottiglia che si ritrova coinvolto in qualcosa di pazzesco che però gli permette di ritrovare la determinazione della fede; Ving Rhames è spietato e spaventoso nella sua smania di trovare l’assassino delle moglie incinta (lo spettatore invece lo intuirà sicuramente già nei primi minuti); Kelly Hu è monoespressiva ma bellissima e molto brava nelle scene di combattimento; Liam Cunningham, divenuto famoso come Cavaliere della Cipolla nella serie Trono di Spade, è un opportunista spregevole e manipolatore perfetto come villain della situazione. Un film d’azione adatto per una serata senza pensieri.

Voto: 3 Muffin

12 pensieri riguardo “The Tournament

  1. Contento ti sia divertita: non è certo il film d’azione dell’anno, ma è un onesto intrattenimento.
    Non lo rivedo dall’epoca, quindi in pratica dieci anni fa (come vola il tempo!) e non ho sentito il doppiaggio italiano – all’epoca era disponibile solo in lingua originale – ma lo ricordo un buon prodotto, che non finge di essere più di quel che è. Carlyle è divertentissimo e poi c’è pure Scott Adkins nel ruolo del russo. L’attore ha raccontato che sul set Kelly Hu aveva paurissima di lui, perché doveva combattere con un attore marziale professionista dalla faccia cattivissima, e sebbene Adkins sia un pezzo di pane (e proprio perché professionista molto attento alla sicurezza durante le riprese), alla fine si è usata quasi sempre una controfigura per l’attrice.

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    1. Ho seguito il tuo consiglio e non sono rimasta delusa, grazie! Io invece lo volevo in inglese ma su Prime c’era solo in italiano XD
      Dovevo riscattare l’immagina di Carlyle dopo il deludente film sul barbiere assassino. Non posso dire di non capire Kelly Hu, anche io se mi trovassi davanti Scott Adkins che mi guarda storto cambierei strada… comunque anche con la controfigura i combattimenti sono riusciti bene, forse anche meglio, chissà.

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      1. Il genere all’epoca ha conosciuto una grande rinascita, e l’idea del parkour è stata ripresa da “Freerunner – Corri o muori” (2011), con protagonista innocente costretto a partecipare ad una corsa al massacro per i tetti della città. Se può interessare, stasera alle 19 su Paramount (canale 27) va in onda “Senza freni” (Premium Rush, 2012) che è la stessa storia ma con la bicicletta: un ragazzo di New York che fa le consegne in bici si ritrova a dover partecipare ad un gioco al massacro dove dovrà correre a tutta velocità.
        Diciamo che questi film (“Akimbo” compreso) più che a Battle Royale e ai suoi cloni si rifanno a “12 Rounds” (2009), cioè un protagonista buono costretto suo malgrado a partecipare ad un gioco al massacro dove dovrà fare cose in un lasso di tempo altrimenti verrà ucciso. Fermo restando che il genere “torneo di assassini” affonda le radici nei classici asiatici degli anni Settanta.

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