Madame Web

Regia: S.J.Clarkson

Anno: 2024

Interpreti: Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Isabela Merced, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Adam Scott

Si potrebbe pensare che io abbia voluto vedere questo film per noblesse oblige, essendo la protagonista, almeno nominalmente, una “Madame” come me. Ma la realtà è un’altra: mio marito lo ha fatto partire e io non avevo ancora finito il mio tè. Altrimenti, perchè mai avrei scelto di vedere l’ennesimo film Marvel tratto da un fumetto che non ho letto e in cui non c’è nemmeno Thor per rifarsi gli occhi? Perchè mai avrei deciso di vedere un film che parla di 4 donne, girato da una donna, interpretato da 4 attici di cui una celebre per la sua tavolozza cromatica dalle 50 sfumature (oh, se solo fosse così variegata anche la sua tavolozza espressiva!) e giusto un paio di cromosomi Y disposti a mo’ di ravanelli di contorno?

Eppure… eppure, ho visto il film per intero senza addormentarmi! Cerchiamo di scoprire insieme il perchè di questo straordinario fenomeno.

Ma per prima cosa un breve riassunto della trama: Cassie (Dakota Johnson) è un ottimo paramedico, ma non è altrettanto brava nelle relazioni sociali; inoltre, essendo stata adottata, non ha una famiglia cui far riferimento, perciò gestisce la sua vita in totale autonomia. Un giorno però, dopo essere quasi annegata in un incidente sul lavoro, Cassie scopre di avere un super potere: può vedere il futuro, a breve distanza, e modificarne il corso. E’ proprio questa sua nuova abilità che le permette di salvare la vita a tre ragazze, l’insicura Julia (Sydney Sweeney), la geniale Anya (Isabela Merced) e la ribelle Mattie (Celeste O’Connor), che nelle sua visioni venivano uccise da un uomo dalla grande forza in grado di camminare sui muri (Tahar Rahim). Le tre ragazze all’inizio sono perplesse, ma presto realizzano che devono rimanere unite per salvarsi e per riuscire a capire come mai quello sconosciuto voglia ucciderle.

Dopo un preambolo iniziale, in cui veniamo presentati a una rarissima specie sudamericana di ragni variopinti dai misteriosi poteri, ci viene rivelato il nome della protagonista: Cassie Webb. Appare ovvio che il cognome è parlante, visto che in inglese “web” significa proprio “ragnatela”, ma sapendo che il personaggio deriva da un fumetto ci passiamo sopra. Quando ci rendiamo conto che il suo nome completo è “Cassandra” e che ha il potere di prevedere il futuro però, comprensibilmente, nessuno le crede, di occhi ne dobbiamo chiudere due o tre. Quando però ci troviamo davanti al cattivo in tutina nera Ezechiele che vuole prendere le 3 piccole ragazzine e ci prova, come vedremo, soffiando forte per buttare giù la casa, iniziamo a pensare che ci stiano prendendo in giro. Ho anche iniziato a pensare che tentassero di tenermi buona con una colonna sonora pop bellissima, poi però ho realizzato che, essendo il film ambientato nel 2003, non sono altro che la solita boomer che si gasa ascoltando Britney Spears. Se il film fosse stato girato nel 2003, almeno, potrebbero essere scusati i terrificanti effetti speciali. Sarebbe però fuori tema la totale nullità di tutti i personaggi maschili, incapaci o inesistenti e in ogni caso del tutto ininfluenti. Il povero collega friendzonato di Cassie, che si zerbina volentieri senza fare domande (“Certo che mi puoi lasciare qui 3 minorenni mai viste prima che tutta la polizia e un super cattivo stanno cercando mentre tu vai in Amazzonia, mandami una cartolina!”), è comunque quello che ne esce meglio. Il santone, che vive nella foresta al solo scopo di raccontare a Cassie di sua madre, fa quasi tenerezza per quanto è stereotipato e forzato nella sua funzione narratologica. Ezechiel, invece, si candida come cattivo più ridicolo di sempre. Il motivo è che, dovendo giustificare il fatto che un uomo dotato di super velocità, super forza e degli ultimi ritrovati tecnologici non riesca mai ad avere la meglio su 3 adolescenti qualsiasi, Ezechiel per tutto il film viene colpito, spinto, travolto e contuso da tutti i mezzi di trasporto di passaggio esistenti, ricordando molto da vicino un villain molto migliore: Willy il Coyote. Le donne corrono in giro in maniera scomposta mentre il malvagio viene sbalzato qui e là da auto, treni, taxi e ogni autoveicolo esistente. E in questo modo si guadagna il minutaggio necessario ad ottenere lo statuto di “film”.

Ma quindi, in soldoni, cosa salviamo di questo film? Una cosa mi è piaciuta molto: i personaggi delle tre ragazzine e le attrici, tutte splendide, che le interpretano in modo perfetto. Le ragazze hanno caratteri, interessi e inclinazioni diversissimi, ma presto scoprono di avere in comune la profonda solitudine, e si crea tra loro un rapporto dolcissimo. Quasi quasi (ho detto “quasi”) mi piacerebbe rivederle, magari questa volta con effetti speciali validi e un villain che si rispetti.

Voto: 2 Muffin

Lo Storyboard di Madame Web