Un Pesce di Nome Wanda

Titolo originale: A Fish Called Wanda

Anno: 1988

Regia: Charles Crichton

Interpreti: John Cleese, Jamie Lee Curtis, Kevin Kline, Michael Palin, Tom Georgeson

Dove trovarlo: Prime Video

Londra. George (Tom Georgeson), il suo amico fidato Ken (Michael Palin), la sua ragazza Wanda (Jamie Lee Curtis) e il fratello di lei Otto (Kevin Kline) hanno pianificato in tutti i dettagli un colpo in banca che li renderà ricchi. Peccato però che Wanda e Otto in realtà non siano fratelli ma amanti, e che abbiano programmato di far arrestare George per fuggire col malloppo. Ma George, a loro insaputa, dopo il colpo ha cambiato nascondiglio alla refurtiva. Dal carcere, George incarica il mite Ken di ammazzare la vecchietta che lo potrebbe identificare al processo; a Wanda invece non resta che cercare di ingraziarsi l’avvocato di George, Archie Leach (John Cleese), per farsi dire dove si trovino i diamanti rubati. Ma la gelosia di Otto e dei sentimenti imprevisti cambieranno nuovamente i suoi piani…

A volte è davvero confortante, nel marasma di titoli sfornati a getto continuo dalle varie piattaforme streaming, potersi rifugiare invece in un titolo conosciuto, sicura di trovare tutto quello che una buona commedia dovrebbe sempre offrire: sceneggiatura salda, dialoghi vispi, interpreti magistrali e tante, tantissime risate. Non per niente alla sua uscita, nel 1988, Un Pesce di Nome Wanda ha ricevuto ben 3 candidature agli Oscar. L’unica statuetta vinta l’ha guadagnata e strameritata Kevin Kline come Miglior Attore Non Protagonista nel ruolo di Otto, lo stupido (ma non chiamatelo “stupido” per carità!), irruento e irascibile americano amante di Wanda, lettore di Nietzsche dal grilletto facile che si annusa l’ascella per darsi la carica: uno dei personaggi meglio riusciti e più spassosi che io abbia mai visto in un film, e certamente la migliore interpretazione di Kevin Kline dopo il professor Howard Brackett di In & Out. Altro mattatore del film è John Cleese, salito alla ribalta con il gruppo dei Monty Python e conosciuto al grande pubblico soprattutto per il ruolo del fantasma Nick Quasi-Senza-Testa nella saga di Harry Potter. Oltre a offrire una performance eccellente, allo stesso tempo spassosa e tenera, nel ruolo dell’avvocato Archibald Leach (che tra l’altro è il vero nome di Cary Grant), del film è anche sceneggiatore. Nel cast troviamo poi un altro Monty Python, Michael Palin, irresistibile nel ruolo dell’animalista balbuziente Ken: le scene in cui tenta maldestramente di uccidere la vecchietta mi fanno sempre ridere scompostamente, ad ogni visione. Ho lasciato il meglio per ultimo, perchè sicuramente chi ci resta più impresso anche dopo una sola visione è Jamie Lee Curtis, mai così bella e così sexy, oltre che brava e simpatica. Anche se apprezzo molto il lavoro fatto dal doppiaggio italiano per questo film, Prime Video permette di vedere la versione originale del film e di gustarsi appieno le voci degli interpreti e lo splendido contrasto tra gli attori inglesi e quelli americani. Inoltre mi ha permesso di scoprire che la lingua che Otto parla per far eccitare Wanda, che nella versione italiana è lo spagnolo, è il realtà la nostra lingua italiana: ho riso fino alle lacrime nel sentire Kevin Kline declamare menù e frasari turistici nei momenti salienti dell’intimità con Jamie Lee Curtis. Questa, per me, è una scena da antologia della commedia cinematografica. Rivedendo questo film oggi mi sono resa conto che di certo non è in linea con i canoni di correttezza politica che si sono instaurati negli ultimi anni. Ma io sono cresciuta con Mel Brooks, Zucker-Abrahms-Zucker (La saga di Una Pallottola Spuntata in particolare) e, più tardi, con i Monty Python, e ammetto che ancora oggi la balbuzie esasperante di Ken, le morti accidentali di cagnetti e le scaramucce linguistico-culturali tra Inglesi e Americani mi fanno sbudellare dalle risate. Consiglio vivamente la visione di questo film a tutti, anche a chi lo ha già visto, come me, innumerevoli volte, e soprattutto a chi sia curioso di scoprire la versione originale con l’italiano “piccante”. Segnalo anche, proprio nel finale, una chicca: un cameo di Stephen Fry, in una comparsata che più “british” non si può!

“Dov’è il Vaticano?”

Voto: 4 Muffin

V – Vita (il Senso della)

Il periodo in cui si verificò il passaggio definitivo dal vhs al dvd, dopo un primo shock iniziale, si rivelò una vera manna dal cielo per i cinefili. Oltre a tutti i vantaggi offerti dal nuovo supporto (migliore qualità audio e video, diverse lingue e sottotitoli, contenuti speciali), accadde che improvvisamente le periture videocassette costavano pochissimo. In edicola iniziarono a uscire diverse collane di film classici e di successi di vario genere, tutti ad appena una manciata di euro. Io e la mia più cara amica (anche lei cinefila) ne facevamo letteralmente incetta: anche se la qualità era scarsa, e il supporto ormai conclamatamente deperibile, era un’occasione troppo ghiotta per vedere nuovi film. Compravamo spesso a scatola chiusa, anche se non conoscevamo né il film né il regista né gli interpreti, assetate di nuove esperienze. Fu così che entrambe acquistammo Il Senso della Vita dei Monty Python: non li avevamo mai sentiti nominare, e in copertina c’era un disegno strano, una specie di faccione surreale. Ma era un film inglese, e sembrava molto eccentrico… perchè no? Qualche ora dopo la mia amica mi telefonò, sconvolta, quasi balbettando: “Ho visto Il Senso della vita… tu non hai idea! Ci sono i ragionieri che diventano pirati, e poi l’edificio che inizia a navigare… e poi finisce, ci sono sigla e titoli di coda… poi ricomincia, e poi c’è la metà del film… e tutti sono travestiti e cercano un pesce… tu non hai idea… lo dobbiamo vedere insieme!” Detto fatto, ero già a casa sua e lo stavamo guardando assieme. In effetti era la cosa più assurda che avessimo mai visto. Quando si viene per la prima volta in contatto con i Monty Python, non è possibile dire: “Sì, dai, carino, non mi dispiace”. O li ami alla follia oppure li detesti, non esistono vie di mezzo. O quel loro humor inglese, nero, sagace, destabilizzante e dissacrante sembra geniale e divertentissimo, oppure non lo si capisce per niente. Per noi era come aver trovato una vena d’oro. Ci procurammo immediatamente tutti gli altri film del gruppo, compresi quelli collaterali (come lo spassosissimo Un pesce di nome Wanda, con i due Monty Python John Cleese e Michael Palin) e naturalmente il cd con tutte le loro canzoni. Alcuni anni più tardi decisi di scrivere la mia tesi di laurea proprio sul film che Terry Gilliam non era riuscito a realizzare su Don Chisciotte. Quando qualche anno dopo il regista riuscì davvero a girare il suo film sull’eroe della Mancha (che non ho ancora visto ma sul quale non ho sentito che giudizi, ahimè, molto negativi) temetti che la mia tesi sarebbe stata invalidata e che mi sarei dovuta laureare un’altra volta. Forse in fondo è proprio questo il senso della vita (di un cinefilo, ma non solo): da un’occasione fortuita e inaspettata può nascere una grande, viscerale e duratura passione. Però, ancora mi domando che fine avrà fatto quel pesce…

Ambiguo ambiguo ambiguo, pesce!