Conclave

Anno: 2024

Regia: Edward Berger

Interpreti: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Sergio Castellitto, Carlos Diehz, Isabella Rossellini

Dopo la morte del Santo Padre, come da protocollo tutti i cardinali si riuniscono in conclave, isolati dal resto del mondo, per decidere chi tra loro diventerà il nuovo Pontefice. Al cardinale decano Thomas Lawrence (Ralph Fiennes) spetta il difficile compito di guidare il conclave, nonostante egli avesse chiesto al Papa quando era ancora in vita di dispensarlo da questo ruolo per permettergli di chiarire alcuni suoi dubbi legati alla fede; il Pontefice però non aveva avallato la sua richiesta. Lawrence si ritroverà perciò a gestire un conclave molto complesso, teatro di scontro in particolare tra alcuni cardinali che hanno grande influenza ciascuno a suo modo: il grande amico del defunto Pontefice Cardinale Bellini (Stanley Tucci), l’ambizioso Cardinale Tremblay (John Lithgow), il reazionario Cardinale Tedesco (Sergio Castellitto) e l’outsider Benitez, Cardinale di Kabul di origine messicana. 

Nonostante il film, tratto dal romanzo omonimo di Robert Harris, metta in scena con grande rigore e precisione quelle che sono le procedure seguite dalla Chiesa cattolica dopo la dipartita di un Pontefice, appare chiaro fin da subito come questo film non sia e non voglia essere un atto d’accusa contro la Chiesa. Il conclave infatti non è altro che una stanza chiusa piena di uomini potenti e ambiziosi in guerra tra di loro per il potere, sebbene ciascuno abbia i propri metodi e le proprie motivazioni. Ma c’è un’altra lotta in corso sulla scena: quella per l’interprete migliore. Ralph Fiennes, John Lithgow, Stanley Tucci e Sergio Castellitto, con l’aggiunta di Isabella Rossellini nel ruolo piccolo ma cruciale di Suor Agnes, offrono tutti interpretazioni splendide nei panni di personaggi tra loro diversissimi, ciascuno caratterizzato la luci e ombre, difetti e punti di forza, certezze apparenti e inversioni di rotta. Le dinamiche dello scontro tra questi diversi personaggi e le loro inconciliabili vedute sono il cuore del film, che dall’inizio alla fine avvince e rapisce, nonostante tutta l’azione si svolga in ambienti chiusi e avvenga tramite parole. La regia sapiente, la sceneggiatura solida e le efficaci interazioni tra i personaggi rendono il film non solo appassionante e coinvolgente, ma perfino avvincente in un crescendo di tensione in cui i rapporti di forza cambiano in continuazione e i pronostici si ribaltano costantemente. Fino al finale.

Il finale, che non rivelerò, è a dir poco sorprendente, scioccante, e sembra quasi inficiare tutto quanto detto e costruito fino a quel momento, salvo poi dimostrarsi coronamento perfetto di un percorso accidentato e dalla meta incerta ma intriso di fiducia nel genere umano e speranza per il futuro. 

Basta, ho detto anche troppo: le otto nomination agli Oscar si spiegano facilmente non solo alla luce della conclusione proposta ma soprattutto per lo spessore dei talenti dispiegati.

Vi lascio con un’immagine che, da quando lo schermo del cinema si è fatto nero al termine della visione, non sono più riuscita a levarmi dalla testa: chi ha visto o vedrà Conclave capirà, inizialmente riderà, ma poi riflettendoci meglio comprenderà appieno.

Voto: 4 Muffin

Bombshell

Anno: 2019

Regia: Jay Roach

Cast: Charlize Theron, Nicole Kidman, Margot Robbie, John Lithgow, Allison Janney,  Malcolm McDowell

Dove trovarlo: Amazon Prime

La vera storia dello scandalo che nel 2016 travolse Fox News costringendo il CEO Roger Ailes, accusato di molestie sessuali da molte dipendenti del network, alle dimissioni.

Nonostante il film, fortemente voluto da Charlize Theron (anche produttrice), racconti una storia che già di per sé desta curiosità e interesse, non riesce mai ad appassionare fino in fondo, anche per le sue oscillazioni tra dramma e documentario (con tanto di personaggi che si rivolgono direttamente allo spettatore e sottotitoli che riportano nomi e date). Perfino le due divine Charlize Theron e Nicole Kidman appaiono sottotono, un po’ troppo rigide e algide, al contrario di Margot Robbie, il cui personaggio (che è anche l’unico fittizio del film) trasmette invece qualche vera emozione, veicolando così meglio il messaggio, che è senza dubbio importante e necessario. È presente invece un fitto sottobosco di personaggi minori (tutti basati su persone reali) impersonati da volti noti delle serie televisive: molti di questi secondo me non erano necessari per lo svolgimento della trama, mentre altri mi sarebbe piaciuto vederli approfonditi di più (per esempio la segretaria personale di Roger Ailes, interpretata da Holland Taylor). Roger Ailes, interpretato molto bene da John Lithgow, viene ritratto in stile documentaristico, attraverso le sue azioni e parole (che sono state realmente documentate) ma non riesce mai a bucare lo schermo, messo in ombra da un Rupert Murdoch (Malcolm McDowell) che, con un’apparizione fugacissima, gli ruba completamente la scena.

Voto: 2 Muffin