
Da quando non ho più il televisore in cucina (sigh), sentendo formentente la mancanza di quel chiacchiericcio che da sempre mi teneva compagnia mentre facevo colazione o lavavo i piatti, ho scoperto i podcast e gli audiolibri, che posso ascoltare comodamente dallo smartphone in qualunque stanza della casa. In particolare ho trovato molti bei podcast, completamente gratuiti (a patto di ascoltare qualche breve spot di quando in quando), sull’app RaiplaySound, di cui ho già parlato.
L’ultimo programma che ho seguito con grande piacere sono le Lezioni di Cinema di Paolo Mereghetti. Mi è già capitato di parlare del noto critico cinematografico italiano, che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere di persona, e che da decenni è sempre presente nella mia dimora con il suo imprescindibile Dizionario del Cinema. Il Dizionario, o come scherzosamente lo chiama Papà Verdurin, la “Bibbia”, viene consultato come primissima risorsa in caso di dubbi, amnesie, curiosità e ricerche riguardo alla settima arte; tanto che, man mano che le edizioni si accumulavano, le abbiamo distribuite anche nelle case di vacanza, giusto per essere sicuri di avere sempre un Mereghetti a portata di mano.
Stabilita dunque insindacabilmente l’autorità di Mereghetti, sono stata davvero deliziata nel sentire, dalla sua viva voce, il racconto della nascita e diffusione del cinema, dell’affermarsi via via delle sue diverse figure (l’attore, il regista, lo sceneggiatore), con particolare attenzione al cinema italiano e a ciò che lo ha caratterizzato nel corso dei decenni, dal Neorealismo ai Cinepanettoni. Un ascolto interessante sia per chi già conosce bene la storia del cinema sia per chi vuole farsela raccontare per la prima volta da una delle voci più autorevoli nel panorama della critica italiana. E anche per chi si annoia lavando i piatti…

Bisogna che lo senta!
Mereghetti mi ha “formato”: l’ho anche visto una volta nella scalinata della Sala Stampa del Casino di Venezia durante la mostra del, boh, 2005?, e mi è sembrato altissimo a me che l’avevo immaginato piccolo. Gli sussurrai: “ce li ho tutti i suoi dizionari!” e lui rise!
però i suoi dizionarioni ho smesso di comprarli: la svolta dei più volumi col pesante cofanetto post-2000 (quando prima erano a volume unico divertentosamente “moscio”) mi ha tramortito, e la sua valutazione di certi nuovi autori mi è apparsa un po’ sommaria, da “critico anziano”…
ma io il cinema ho cominciato a “leggerlo” (cioè a pensare in termini di inquadrature e di linguaggio, con riferimenti anche a gente impossibile da vedere negli anni ’90, da Huillet & Straub a Lucchi & Gianikian, che ti incuriosiva a cercare nelle mediateche) grazie a lui prima che ai miei maestri/prof all’Università!
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Ti piacerà di sicuro! Non ci sarà niente di nuovo magari rispetto a quello che già sai ma sentirlo parlare è sempre un piacere, e fa sempre molto esempi quando spiega per chi volesse approfondire.
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