Only Murders in the Building

Titolo originale: Only Murders in the Building

Anno: 2021 (stagione 1) – 2022 (stagione 2) – stagione 3 annunciata

Interpreti: Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez, Nathan Lane, Tina Fey, Jane Lynch, Cara Delevingne

Dove trovarlo: Disney Plus

L’Arconia è un grande palazzo storico di New York, composto di moltissimi appartamenti i cui inquilini, per lo più, vivono esistenze del tutto separate, limitandosi a saluti più o meno cordiali nell’ascensore e nell’androne. Così è per Charles (Steve Martin), protagonista di una vecchia serie tv poliziesca, Oliver (Martin Short) produttore teatrale ora in bancarotta, e Mabel (Selena Gomez), artista dal passato misterioso. Quando però Tim Kono, uno dei residenti dell’Arconia, viene trovato morto nel suo appartamento, Charles Oliver e Mabel decidono di unirsi in una doppia missione: trovare l’assassino di Tim Kono e realizzare, sulla base delle loro indagini, un podcast di successo…

Questa è la trama della prima stagione; nella seconda il nostro trio di investigatori/podcasters improvvisati si trova invece invischiato in un altro omicidio avvenuto nell’Arconia, di cui viene accusata Mabel, e a gestire da un lato i fan esaltati del loro Only Murders in the Building e dall’altra una conduttrice esperta e agguerrita che fa loro concorrenza con un’altro real crime podcast, Cinda Canning (Tina Fey).

I gialli da risolvere sono coinvolgenti e piacevoli da seguire, ma il vero punto forte di Only Murders in the Building sono i siparietti, i dialoghi e le gag irresistibili portati avanti dai tre protagonisti, che sono anche produttori esecutivi della serie (in particolare dai veterani Steve Martin e Martin Short, mentre Selena Gomez, anche se non brilla per verve ed espressività nella prima stagione, migliora sensibilmente nella seconda). Oltre alle loro esilaranti interazioni e ai gustosissimi riferimenti a successi del cinema e del teatro (“…come quella volta che abbiamo messo in scena The Elephant Man con un vero elefante!”), la serie è impreziosita dalla partecipazione di grandi star del cinema, della tv e della musica (Nathan Lane, Jane Lynch, Sting, Amy Schumer, Shirley MacLaine, per citarne alcuni). Anche se Disney Plus lo consente, consiglio di non saltare la visione della sigla, molto ben fatta, che spesso si modifica in base agli eventi narrati nell’episodio. Consiglio vivamente la visione della serie, possibilmente in lingua originale per godersi appieno le interpretazioni, le battute e le molte citazioni, a tutti gli amanti del giallo ma soprattutto di Broadway e del musical (la lezione di Martin Short su come utilizzare la canzone di Chorus Line per alleviare i dolori da colichette dei neonati è imperdibile). Nel finale della seconda stagione viene introdotto (insieme a una nuova star che non rivelo) il mistero che sarà al centro della terza, già annunciata, stagione, per la gioia di chi come me non era ancora pronto a rinunciare al divertimento, al mistero e al relax offerto da Only Murders in the Building.

Voto: 4 Muffin 

Space Force

Titolo: Space Force

Anno: 2020

Ideato da: Steve Carell, Greg Daniels

Dove trovarlo: Netflix

Oops! I did it again” cantava nel 2004 Britney Spears nella sua tutina attillata color rosso fuoco: non la prima né sicuramente l’ultima sexy marziana che vedremo ma di certo una di quelle che ricordo meglio, mentre faceva innamorare di sé l’astronauta che in segno di amore eterno le consegnava la collana di zaffiro del film Titanic. “Ma pensavo che la vecchia signora l’avesse gettata in fondo all’oceano alla fine!” “Beh, baby, sono andato là sotto e l’ho ripresa!” “Oh, non avresti dovuto!” risponde lei prima di spezzargli il cuore. Già, perché l’errore commesso per la seconda volta da Britney è stato quello di aver illuso un’altra volta un ragazzo innamorato di lei.

Il mio errore invece è stato quello di avere, di nuovo, troppe aspettative per una serie tv che attendevo con trepidazione ma poi non mi è piaciuta. E visto che scrivendo mi sono resa conto che il video di Britney era anche più divertente, non mi resta che proclamare Space Force un’occasione mancata. La serie, composta di 10 episodi e disponibile su Netflix, è stata ideata dallo stesso Steve Carell insieme a Greg Daniels, nome che consideravo una garanzia in quanto già autore di serie tv innegabilmente spassose come I Simpson, The Office (sempre con Carell) e Parks and Recreation. In Space Force Steve Carell interpreta il protagonista, il generale Naird, cui viene assegnato il comando della divisione dell’esercito preposta ai viaggi spaziali. Il presidente degli Stati Uniti (amichevolmente detto POTUS) gli mette fin da subito molta pressione, perché desidera surclassare una volta per tutte i rivali (in questo caso i cinesi) per mezzo della conquista dello spazio, non solo mettendo nuovamente un piede americano sul suolo lunare ma colonizzando il satellite. Ad affiancare Naird, inutile dirlo, una serie di personaggi bizzarri, uno su tutti l’ufficiale scientifico Dr. Mallory, interpretato con gigioneria eccessiva (perfino per una serie comica) da John Malkovich. L’idea è molto semplice ma validissima, nella prima puntata vi sono molti bellissimi spunti comici, tra i personaggi minori troviamo volti noti della serialità divertente come Lisa Kudrow (Friends), Patrick Warburton (Una Serie di Sfortunati Eventi) e  Jane Lynch (Glee), insomma c’erano davvero tutte le premesse per un gran divertimento, eppure le risate sono state poche, sommerse dall’imbarazzo per le situazioni eccessive (quelle legate alla moglie del generale che desidera un matrimonio aperto perché invaghita di una delle guardie del carcere femminile, o quella degli animali mandati nello spazio) e una gran quantità di politically incorrect che però, purtroppo, arriva in un momento storico e politico in cui di prendere in giro le spie russe e i cinesi sabotatori spaziali non ha voglia nessuno. Visto il finale aperto (e per nulla simpatico, oso dire) arriverà probabilmente un’altra stagione, e le cose potrebbero cambiare, ma per adesso, anche se lo aspettavo a braccia aperte (dopo la sua performance spassosa in Una Settimana da Dio e Un’Impresa da Dio nei panni di Evan Baxter io guardo sempre a Steve Carell con il sorriso pronto) devo dirmi delusa da Space Force.