
Titolo: Okja
Anno: 2017
Regista: Bong Joon Ho
Cast: Seo-hyun Ahn, Paul Dano, Jake Gyllenhaal, Tilda Swinton
La multinazionale Mirando crea in laboratorio alcuni esemplari di una nuova specie, il Superpig, e li affida a diversi allevatori in vari paesi del mondo che ne curino la crescita, poichè non saranno pronti per la macellazione prima di dieci anni. Ma allo scadere del tempo la giovane Mija tenterà di impedire che le portino via Okja, cui è affezionata come a un animale domestico.
Due anni prima di Parasite, che gli varrà l’Oscar come miglior film straniero (la prima statuetta in questa categoria per un film coreano), Bong Joon Ho realizza questa favola (non adatta ai bambini) che racconta di una grande amicizia, nata tra la piccola Mija, orfana di genitori, e il Superpig Okja, tanto grande quanto intelligente ed affettuosa. Questa formula universalmente efficace è il vero punto di forza del film, che dà il meglio di sé proprio nella prima parte, quando mostra la vita serena di Mija e Okja, per poi perdersi un po’ nei cambiamenti di ritmo e di tono. Le scene in cui vediamo il gruppo animalista in azione sono in stile action postmoderno, mentre quelle ambientate ai vertici della Mirando sono una farsa che però non riesce a divertire, nonostante l’impiego di attori di grande talento come Tilda Swinton (qui in un doppio ruolo) e Jake Gyllenhaal. A salvare tutto però ci sono una creatura capace di grande affetto ma non eccessivamente umanizzata e una ragazza la cui ostinazione va ben al di là di ogni utopia politica o filosofia dietetica (è stato detto che il film è un manifesto vegano, ma credo sia solo una lettura superficiale nonché un tentativo maldestro di strumentalizzazione). Da applauso la protagonista, la giovanissima Seo-hyun Ahn, troppo gigioni e sopra le righe Tilda Swinton e Jake Gyllenhaal, convincente il capo degli animalisti Paul Dano. Adeguati alla favola che raccontano, anche se non perfetti, gli effetti speciali. Menzione speciale per il personaggio del nonno mentecatto e per la sua scelta di consolare la nipote per la perdita dell’amica di una vita regalandole un maiale d’oro massiccio, subito dopo averle chiesto “Chi ti manca di più, mamma o papà?”.
Voto: 3 Muffin
Il maiale d’oro massiccio non è male però. Comunque pur amando molto il regista, questo non riesco ad avere la voglia di recuperarlo, o perlomeno di farlo nel breve termine.
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Non è certo un film indispensabile, secondo me, ma l’idea è abbastanza originale e si lascia guardare.
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Se tutti i film su commissioni fatti da “stranieri in america” fossero così, Bong Joon Ho mi è piaciuto anche in questa favoletta ecologista a tratti capace di mordicchiare. Cheers!
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Hai ragione Cassidy, Okja non è un capolavoro ma si fa guardare bene e resta anche impresso, secondo me, anche se alcune scene e alcune scelte di tono le trovo davvero sbagliate.
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