
Chi ha avuto occasione di bazzicare di quando in quando Cinemuffin ormai sa che io faccio molto spesso sogni bizzarri. Anche questa volta, tutto è iniziato così: ho sognato Stanley Tucci. La cosa era già incredibile di per sè, visto che non mi capita di vedere un film o una serie con lui da vari anni; anzi, quando ci ho riflettuto mi sono resa conto di ricordare L’attore statunitense principalmente per il suo ruolo in Il Diavolo veste Prada, anche se lo avevo visto in ruoli minori in moltissimi altri film. Nel mio sogno Stanley Tucci aveva pubblicato una sua autobiografia, che era diventata immediatamente un best seller, anzi, uno dei libri più venduti di tutti i tempi, che lo aveva reso celebre in ogni dove. Al mio risveglio non ricordavo il sogno e sono andata, come avevo programmato, a fare delle spese in centro. Passando davanti alla libreria, improvvisamente mi è tornato in mente il sogno… “Ma no, dai…non può essere…” mi dicevo… eppure non ho potuto resistere! Sono entrata e sono andata diretta al (minuscolo) settore biografie della (striminzita) sezione dei libri in lingua originale. Beh, sono rimasta basita (F4) quando mi sono ritrovata tra le mani Taste – My Life through Food (Ci vuole Gusto – La mia Vita attraverso il Cibo, edizione italiana Baldini-Castoldi), di Stanley Tucci! Non propriamente una biografia, anche se l’attore e regista racconta molti episodi della sua vita e della sua carriera, ma un’analisi completa di un determinato aspetto dell’esistenza, per lui imprescindibile: il cibo. Scoprirlo, prepararlo, condividerlo, per Stanley (la cui famiglia ha origini italiane, per la precisione calabresi) sono parte integrante della vita in ogni suo aspetto: lavoro, viaggi, famiglia… e anche l’amore, visto che l’attore e la sua seconda moglie si sono innamorati proprio davanti ai fornelli.

Nel libro, scorrevole e divertente dall’inizio alla fine, Stanley racconta di come la madre gli abbia insegnato ad apprezzare, fin da piccolo, il buon cibo e la convivialità a tavola. Seguono poi i racconti dei suoi esperimenti culinari personali, talvolta disastrosi ma spesso di gran successo, e delle sue incursioni alla ricerca di ingredienti, piatti e sapori unici. Il libro è adatto a tutti, anche a chi non conosca bene l’attore e le sue opere, ma i cinefili apprezzeranno ancora di più i racconti delle esperienze diversissime tra loro con i catering sui set e di come, in alcuni casi, la parte più interessante della lavorazione di un film fossero i ristoranti di cui si poteva godere al termine della giornata lavorativa. Con disinvoltura l’autore ci delizia con grandi nomi del grande schermo, che per lui sono anche grandi amici: Meryl Streep, Marcello Mastroianni, Oliver Platt, George Clooney, Ryan Reynolds. Quest’ultimo in particolare ha un ruolo centrale nell’ultima parte del libro, quando Stanley racconta di come, tra mille difficoltà e sofferenze, abbia superato un tumore alla gola, malattia che per lungo tempo lo ha tenuto lontano dalle scene, ma soprattutto dalla sua grande passione: il cibo! I racconti di quando il suo amico Ryan lo accompagnava alle visite e i dottori (uomini e donne) erano talmente emozionati da rischiare di sbagliare le procedure mediche sul povero Tucci sono esilaranti, pur essendo inseriti in un capitolo molto intenso della narrazione.

Mi sento di consigliare questo libro particolarmente a chiunque ami il cinema e il cibo: all’interno troverà le ricette per una varietà di manicaretti succulenti, suggerimenti per il menù di un banchetto nuziale, una lista di ristoranti da provare (molti dei quali purtroppo ormai chiusi) e una di piatti da evitare ad ogni costo. Inoltre leggerlo mi ha permesso di scoprire una serie di film e di serie tv interpretati o anche diretti da Stanley Tucci che non conoscevo e di cui mi sono messa alla ricerca: diciamo che Taste mi ha messo un certo appetito…

















