
L’improvvisa morte di un loro carissimo amico fa decidere ai tre amici omosessuali Bunny (Nathan Lane), Arthur (Nathan Lee Graham) e Jerry (Matt Bomer) di andare a vivere tutti assieme in una lussuosa villa di Palm Springs per non essere mai più soli.
“Mid-Century Modern” è un termine che si usa per indicare l’arredamento lineare e modernista diffuso in particolare negli Stati Uniti tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70 e ritornato oggi di gran moda. Questo stile architettonico e decorativo elegante e minimale ha attecchito in particolar modo nella ricca Palm Springs, in California, in cui sono presenti moltissime ville in stile Mid-Modern Century. Da questo deriva il titolo di questa serie tv di una sola stagione, in tutto dieci episodi, disponibile su Disney Plus.
Non posso dire che Mid-Modern Century sia una serie per tutti: Disney Plus avverte che il contenuto contiene “discriminazioni”, ma non saprei dire se si riferisca agli omosessuali, ritratti in modo assai sguaiato e appariscente, oppure agli uomini eterosessuali, che invece sono del tutto assenti dalla narrazione e in più occasioni derisi e scherniti.
Non appartenendo a nessuna delle due categorie, posso solo dire che questa serie, prodotta tra gli altri da quel Ryan Murphy che ha regalato al mondo la meravigliosa serie Glee, mi ha divertito moltissimo.
Mid-Modern Century è un prodotto leggero, una sitcom divertente senza pretese con l’unico intento di divertire, e con me la formula ha funzionato in pieno.
Il mattatore è senza dubbio Nathan Lane, star indiscussa del cinema e del teatro, attore e cantante di grande talento e dalla simpatia irrefrenabile.
Al suo fianco un esilarante Nathan Lee Graham e un divertente quanto affascinante Matt Bomer; il terzetto di attori e personaggi è molto ben calibrato e affiatato, e dà vita a dialoghi, battute e siparietti davvero spassosi (non potrò mai più riempire un portapillole senza cantare il Cell Block Tango di Chicago).
Affiancano i tre protagonisti alcuni altri volti noti della tv (Jesse Tyler Ferguson, Richard Kind) e, nei panni di Sybil, la madre di Bunny, la talentuosa attrice e cantante Linda Lavin, scomparsa durante le riprese (forse per questo motivo la serie non ha avuto un maggior numero di puntate o una seconda stagione).
Se amate i musical, le piume di struzzo e le paillettes, questa serie fa sicuramente per voi, ma in caso contrario non credo che la trovereste di vostro gradimento.

Restando in tema, al liceo avevo iniziato a guardare Queer as Folk più che altro perché il protagonista top è un bono assurdo. Non l’ho finita.
Ma oggi leggo che è spesso criticata per la rappresentazione troppo sessualizzata.
Vedendo Modern Family potrebbe essere che questa sia troppo stereotipica. Divertente per i gay ma messaggio sbagliato al di fuori della comunità
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La serie è molto leggera e scherzosa, ma di sicuro trasmette un’immagine molto stereotipata degli omosessuali, che amano i musical e le pailettes e ripetono spesso “Ma a chi importa degli uomini etero?” e tra di loro si chiamano “puttanella”. Io l’ho trovata spassosa e poi adoro la citazioni dai musical, che non si trovano da nessun’altra parte, ma l’immagine che viene trasmessa non è del tutto realistica e capisco che qualcuno possa trovarla anche offensiva, anche se la serie si propone come sitcom leggerissima. Però il fatto che abbia un disclaimer iniziale in questo caso mi sembra giustificato, ed ecco perchè ho voluto avvertire che non è per tutti. Resta un prodotto spassoso per chi la prende in leggerezza e vuole stare al gioco.
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Quasi un downgrade rispetto a MF allora. Cam sarà stato la “checca” per eccellenza (interpretato da un etero, tra l’altro) ma mostrava una relazione sana e normale.
Malino
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I’m not really into musicals, sequins or ostrich feathers so I might not be the demographic for this one. I don’t really know the third guy but I think Bomer and Lane are great actors for sure.
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Lane and Bomer really are great actors, they are so incredibly good and funny all the time! If you read my introduction and did not think “Wow, that’s exactly what I was looking for!” then it’s not for you: I was serious when I said it’s not for everybody, you love it or it’s just not your kind of thing.
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Coi musical vado malino, sono fermo a qualche classico d’annata, quindi mi sa che non capirei le citazioni, ma adoro le sitcom: sono combattuto, vedremo se assaggerò questo muffin 😛
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Tranquillo, se hai visto Chicago e Grease sei a cavallo! 😉
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Ahia, ho visto solo Grease, “Chicago” proprio non l’ho mai incrociato neanche di striscio, parto male 😛
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Bomer mi è rimasto impresso per 2 motivi:
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Speriamo che non capiti mai più che un attore o attrice debba nascondere il suo orientamento sessuale per favorire la propria carriera. Bomer è un uomo di bellezza incredibile ma in questa serie dimostra anche di essere molto autoironico e divertente, ho davvero apprezzato il suo personaggio e la sua interpretazione. Sarebbe stato un ottimo Superman.
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Non è così facile trovare un attore adatto a interpretare Superman: deve avere un fisico massiccio e un viso da bravo ragazzo allo stesso tempo, e le 2 cose raramente si trovano nella stessa persona, perché un uomo che ha un fisico massiccio di norma ispira timore anziché fiducia. Per fortuna James Gunn ha trovato un altro attore perfetto per la parte, ovvero David Corenswet. Io lo conoscevo già prima di Superman, perché aveva spaccato in un’ottima serie targata Netflix, e intitolata semplicemente Hollywood: l’hai vista?
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Non ho ancora visto il nuovo film su Superman ma avevo visto e anche apprezzato la serie Hollywood alla sua uscita: aveva ottimi interpreti e un presupposto interessante, anche se un simile revisionismo, se non spiegato, può essere anche dannoso per chi non si documenti altrimenti sulla realtà della storia.
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SPOILER WARNING
Immagino che tu alluda alla puntata finale, in cui la serie (fino a quel momento fedele alla realtà storica che raccontava) prende una brusca deviazione, immaginando che Rock Hudson abbia fatto coming out già negli anni 50 (senza patirne le conseguenze a livello di carriera, per tornare al discorso che facevamo prima). Anch’io non ho apprezzato questo finale, perché è totalmente inverosimile che negli anni 50 un attore facesse coming out (l’omosessualità è rimasta un tabù fino agli anni 90 e oltre), ed è ancora più fuori dalla realtà che Hollywood non l’abbia emarginato per questo. A quei tempi bastava essere sospettato di simpatie comuniste per essere sbattuto fuori da Hollywood a calci in culo, figuriamoci se saltava fuori che eri gay.
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Sì mi riferivo esattamente a quello infatti. Per chi già conosce la realtà storica può passare come un piacevole diversivo, una specie di rilettura fiabesca del passato. Ma questa cancellazione di ogni negatività dalla storia, anche se stiamo parlando della finzione di una serie tv, è molto pericolosa, perchè può dare un’immagine errata del passato, e quindi del nostro presente, a chi non lo conosca per altre vie.
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Va detto che bisogna essere proprio fuori dal mondo per credere anche solo per un secondo che l’omosessualità fosse così placidamente accettata già negli anni 50. Tuttavia, l’anno scorso molti sostenitori di Trump hanno creduto che Biden avesse provocato apposta un uragano in Florida, quindi mai confidare troppo nei limiti della stupidità umana.
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