Interpreti: Chris Hemsworth, Olga Kurylenko, Idris Elba
Dove trovarlo: Netflix
Alla fine del primo film, il mercenario Tyler Rake (Chris Hemsworth) era stato dato per morto, dopo diversi colpi d’arma da fuoco e una caduta nel fiume. All’inizio di questo secondo capitolo invece scopriamo che in realtà Tyler era stato salvato e dopo essere rimasto per un po’ di tempo in coma si era ripreso. Non ci vorrà molto perchè qualcuno vada a cercarlo per offrirgli un nuovo lavoro. Una donna con i due figli ha chiesto aiuto per fuggire dalla prigione georgiana in cui il marito, lì detenuto, la costringe a vivere per tenerla sotto controllo: serve un estrattore, e serve il migliore. E il committente altri non è che l’ex moglie di Tyler…
Anche se l’action non è il mio genere preferito, Tyler Rake (in originale Extraction, Estrazione, cioè l’operazione con cui i militari e i mercenari sottraggono una o più persone da una situazione di grande pericolo) mi era piaciuto. Non posso negare che il fatto che il protagonista sia l’affascinante Chris “Thor” Hemsworth abbia avuto il suo peso, ma il film mi aveva colpito per l’ironia che lo alleggeriva molto e per il sapiente uso del piano sequenza, per quanto ottenuto con effetti digitali, per creare un’azione serrata e coinvolgente.
Questo secondo capitolo è meno divertente del precedente, pur essendo firmato da una squadra di regista e sceneggiatori che sono tra i nomi di punta nella realizzazione dei blockbuster dei supereroi Marvel: alla regia Sam Hargrave (regista anche del primo film e coordinatore degli stuntman, e alla sceneggiatura Joe e Anthony Russo (registi di Avengers: Endgame, Captain America: Civil War e altri). Il lunghissimo piano sequenza dell’estrazione dalla prigione è molto ben fatto e tiene desta l’attenzione dall’inizio alla fine. Inoltre in questo secondo film scopriamo delle cose in più su Tyler e il suo passato. Tuttavia non ho trovato in questo film nulla di nuovo e di originale rispetto al primo. Mi è comunque piaciuto e resta, per il genere cui appartiene, un prodotto molto ben fatto e godibile, però mi sarei aspettata, essendo passati tre anni tra i due film, un qualcosa in più. Non che la spettacolarità non sia aumentata, seguendo la regola aurea dei seguiti “uguale al primo ma di più”, con l’inseguimento sul treno, gli elicotteri abbattuti e il resto, ma niente di contenutisticamente rilevante a mio parere. In ogni caso è già in lavorazione un terzo capitolo delle avventure del nostro giardiniere prezzolato di fiducia (in inglese “rake” significa “rastrello”, passatemi la battuta) che evidentemente ha conquistato il pubblico.
Interpreti: Scarlett Johansson, Florence Pugh, David Harbour, Rachel Weisz, William Hurt, Olga Kurylenko
Dove trovarlo: Disney Plus
Si potrebbe pensare che io sia un po’ fissata e che veda riferimenti a 007 dappertutto… ma questa volta è vero!
Non sono una grande conoscitrice di supereroi e di fumetti, ma negli ultimi anni ho seguito con molto divertimento i film Marvel. Quando il personaggio della Vedova Nera è comparso per la prima volta, nel film Iron Man 2, non lo conoscevo, anche se conoscevo benissimo la splendida attrice che lo interpreta, Scarlett Johansson, che oltre ad essere di una bellezza mozzafiato è anche un’ottima attrice, come ha dimostrato fin da giovanissima: La Ragazza con l’Orecchino di Perla, Lost in Translation, Match Point, tutte sue ottime interpretazioni. Quando la sua Black Widow è entrata nella vita di Tony Stark/Iron Man, tenendogli testa e rendendo gelosissima la sua fidanzata Pepper/Gwyneth Paltrow, è subito apparso chiaro come il personaggio avesse delle potenzialità, e infatti è stato sfruttato al massimo dalla Marvel: la Vedova Nera è comparsa nella maggior parte dei film successivi (Avengers, Captain America: Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity War) e costituisce lo zoccolo duro della squadra di supereroi chiamata Avengers. La cosa che rende questo personaggio così interessante però è il suo passato da spia nemica (il suo vero nome è Natasha Romanoff e viene dalla Russia) che successivamente si redime ed entra nello SHIELD, mettendo le sue eccezionali abilità di spia e di combattente al servizio dei buoni, fino ad arrivare a sacrificare la sua vita per la salvezza dell’umanità. Ma la storia cinematografica di Black Widow non poteva terminare con il suo eroico sacrificio, e così è arrivata la origin story Black Widow, che racconta della sua infanzia, della sua famiglia e della sua vendetta nei confronti del potente e prepotente Segretario Ross (interpretato da William Hurt, altro personaggio ricorrente nei film Marvel).
Tuttavia, per quanto io ami la Vedova e l’attrice che la interpreta, non posso dire che sentivo il bisogno di conoscere il suo passato: mi era sufficiente quanto rivelato da Loki/Tom Hiddleston (che, a proposito, è in lizza per diventare il successore di Daniel Craig nei panni di James Bond, e visto il disastro della serie su Loki credo proprio che gli farebbe bene) in una scena davvero ben fatta del film Avengers (che per me resta il migliore). Invece ai piani alti della Marvel è stato deciso che doveva essere fatto un film incentrato sulla Vedova Nera e sul suo passato. Purtroppo, però, nessuno ha pensato che questo film, oltre a molte tutine attillate, dovesse avere anche una sceneggiatura…
Il film è stato scritto da tre sceneggiatori, tutti piuttosto giovani ma già veterani di film e serie di supereroi oltre che di produzioni di casa Disney: Eric Pearson, Jac Shaeffer e Ned Benson. Anche se Jac è una donna, inevitabilmente la memoria corre ai tre sceneggiatori della serie Boris. Nel caso di Black Widow, ai tre scrittori è stato detto di realizzare non un classico film di supereroi (d’altra parte Natasha, sebbene sia estremamente forte e agile, di fatto non ha dei veri superpoteri) ma un classico film di spie. Dopo forse un momento iniziale di smarrimento, i nostri hanno pensato che la cosa migliore da fare fosse andare direttamente alla fonte, alla saga di film di spionaggio per antonomasia: quella di 007. Sono stati comunque sufficientemente onesti da rendere la cosa palese, inserendo i film di James Bond all’interno del film stesso: infatti Natasha in televisione guarda proprio Moonraker- Operazione Spazio, film del 1979 in cui l’agente segreto britannico è interpretato da Roger Moore. Così, quando nel finale si scopre che l’introvabile nascondiglio del villain (la Stanza Rossa) si trovava proprio nello spazio, non si può gridare “plagio!” ma tuttalpiù “omaggio!”. Questo è il riferimento più evidente, mentre l’esercito di super soldatesse mentalmente condizionate tramite l’uso di droghe rimanda al film Al Servizio Segreto di Sua Maestàdel 1969, in cui 007 ha il volto di George Lazenby. Altri elementi tipicamente bondiani riguardano il cattivo, la sua megalomania, il suo piano diabolico ma carente nelle motivazioni (tramite il suo esercito di Vedove Ross è effettivamente in grado di manipolare la politica mondiale… ma perché? Quale sarebbe il suo scopo? Come per i cattivi bondiani, non viene specificato). Questo tuttavia non impedisce a Ross, come ogni villan bondiano che si rispetti, di snocciolare il suo arguto piano davanti all’avversario, in questo caso la nostra Natasha, che mentre lui si autocelebra per la sua astuzia gliela fa ovviamente sotto il naso. Come in ogni film bondiano che sia tale, la trama passa in secondo piano rispetto alle scene d’azione (quanti combattimenti! Davvero, quanti…) lasciando anche qualche perplessità su tutta la questione della finta famiglia e del complicato (ma non troppo) rapporto tra sorelle. Oltre a un aroma diffuso diDalla Russia con Amore è difficile identificare gli altri riferimenti alla mitologia bondiana soprattutto perché la figura maschile e il concetto generale di attrazione o amore tra uomo e donna non trova posto in questo film; a dirla tutta, l’intero genere maschile viene segregato nel ruolo di arcinemico (Ross) o di fallimentare e comica figura paterna (Alexei/David Harbour). Fa eccezione solo il personaggio di Mason (O-T Fagbenle), una sorta di Q che procura a Natasha i gadget di cui nessuna spia può fare a meno. Tutti i personaggi principali sono femminili e sono positivi, perfino quello di Antonia, la sfigurata e mentalmente plagiata figlia di Ross, interpretata da un’irriconoscibile Olga Kurylenko. Il fatto che Melina, la finta madre di Natasha e Yelena (Florence Pugh) interpretata da Rachel Weisz (ancora splendida nella sua tutina attillata), abbia chiamato uno dei suoi maiali Alexei come il collega nonché finto marito la dice lunga sul contrappasso che la figura maschile deve subire in questo film in seguito ai decenni di sexy Bond-girls in bikini.
Nella inevitabile scena che segue i titoli di coda (altro rovesciamento di un paradigma bondiano, in cui invece le sorprese avvengono prima dei titoli di testa) capiamo che il film è, come spesso accade in questo periodo, un lungo trailer per il prossimo lungometraggio Marvel, che avrà come protagonista Clint Burton/Occhio di Falco (Jeremy Renner), e che la sorellina meno fortunata (ma non meno bella né meno capace) Yelena avrà un ruolo fondamentale.
Visto che la conclusione del film rimanda alla serie The Falcon and the Winter Soldier, desidero concludere con una piccola fantasia: e se l’aereo pieno di belle e disadattate ex-Vedove atterrasse proprio nel porticciolo del paesino di pescatori della Louisiana dove Sam e Bucky sono intenti a riverniciare la Paul & Darlene? What If…?