
Titolo originale: Lost in Translation
Anno: 2003
Regia: Sofia Coppola
Interpreti: Bill Murray, Scarlett Johansson, Giovanni Ribisi, Anna Faris
Dove trovarlo: Netflix
Bob Harris (Bill Murray), famoso attore americano che sta attraversando la crisi di mezza età si trova a Tokyo per girare la pubblicità di un whiskey quando si imbatte nella giovane e bella Charlotte (Scarlett Johansson), laureata in filosofia ma ancora incerta sul proprio futuro, che il marito fotografo lascia spesso sola in hotel. Tra i due nascerà un legame particolare e profondo.
Secondo lungometraggio di Sofia Coppola, che dimostra da subito di non essere solo la figlia di Francis Ford ma di avere un suo stile personale e una grande abilità nello scegliere e nel dirigere gli attori giusti. Lost in Translation (che si può tradurre con “quel che viene perso nella traduzione”) non è certo un film denso di eventi, anzi, quello che fa è narrare il limbo dell’attesa da due punti di vista diversi ma affini: quello dell’attore di grande successo che vive una crisi personale Bob Harris e quello di Charlotte, giovane laureata in filosofia e neosposina che non sa ancora cosa fare della sua vita e se il matrimonio sia stato la scelta giusta. Bill Murray, che si può pensare stia interpretando se stesso, rende alla perfezione lo sconforto dell’uomo di mezza età che, nonostante la fama e il successo, non sembra inserirsi armonicamente nella sua stessa vita familiare e nel mondo in generale. Scarlett Johansson, di cui la regista è abilissima a sottolineare non solo la grande bellezza ma anche il talento, è perfetta nel ruolo della ragazza che ha smarrito la via ancora prima di trovarla, e anticipa alcune delle caratteristiche che saranno del personaggio di Maria Antonietta interpretato da Kirsten Dunst nel film del 2006 sempre diretto da Sofia Coppola: grande bellezza, un matrimonio precoce, smarrimento e noia (la stessa noia che può diventare pericolosa, come accadrà per i protagonisti di Bling Ring del 2013) . L’alterità della metropoli di Tokyo non fa che esasperare le insicurezze di questi due personaggi, che si incontrano per caso e si sintonizzano l’uno con l’altro nonostante la differenza di età. Ci sono alcune scene davvero divertenti nella parte iniziale, legate alle incomprensioni tra Bob e i suoi ospiti e colleghi giapponesi, ma per il resto il film si distende nel racconto placido ma mai noioso del fortuito incontro tra Bob e Charlotte e di quello che i due condividono nei pochi giorni in cui possono stare insieme. Gli spunti di riflessione, universali ma non banali, non vengono mai sbattuti in faccia allo spettatore ma scaturiscono con naturalezza dalle situazioni e dai dialoghi tra i due protagonisti. Lost in Translation è un film intelligente, tenero e delicato, che intrattiene e fa riflettere senza annoiare, senza drammi e senza pretendere di dare lezioni o risposte, tanto che a noi spettatori non resta che domandarci cosa abbia sussurrato Bob all’orecchio di Charlotte al loro ultimo incontro.
Voto: 4 Muffin
La scena della lunga frase detta dal regista dello spot che viene tradotta dall’ interprete con “si sposti un po’ più a destra” mi fa piegare in due😂😂😂
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Infatti quella prima parte dove Bill Murray deve vedersela con la cultura giapponese è divertentissima… la doccia troppo bassa, la prostituta urlatrice… spassosissimo!
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E’ Bill Murray la marcia in più, ma Scarlett non sfigura affatto, in un film davvero bello 😉
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Su Bill non si discute. Scarlett l’ho sempre trovata incredibilmente bella e brava, tanto da poter fare sia la bomba sexy (Match Point) sia la ragazza qualsiasi, come in questo caso, sempre con ottimi risultati.
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Un’accoppiata vincente e chi l’avrebbe mai detto. Film che gioca molto sul non detto e sulle atmosfere e, pur non raccontando molto, rimane impresso. Bellissimo.
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Hai ragione, la coppia Bill Murray/Scarlett Johansson funziona incredibilmente bene!
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Beautifully written and a wonderful take on one of my favourite films. I love Bill Murray’s whisper to Scarlett at the end. I love the fact that I don’t know what he said. It keeps me coming back to this film again…and again…and again.
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I myself have seen Lost in Translation twice: first time, being very young, I felt really close to Scarlett. This second time, even if I’m not yet close to his age in the movie, I felt more empathy with Bill, because in the meanwhile I’ve married and become a mother. I think this means that the movie is very rich and well balanced between his two main characters.
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