
Anno: 1975
Regia: Mario Monicelli
Interpreti: Ugo Tognazzi, Duilio Del Prete, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Adolfo Celi, Milena Vukotic, Bernard Blier
Dove trovarlo: (fortunatamente) recuperato nella cantina dei miei cofanetto con tutti e tre i capitoli
Per chi non avesse mai visto il film Amici Miei
Questo classico della commedia mi accingo a presentare
E per far questo opportuno riterrei
Proprio dal suo celebre regista incominciare:
I Soliti Ignoti, La Grande Guerra, L’Armata Brancaleone
Altri famosi successi del grande Mario Monicelli
Al cinema italiano ha dato più di una lezione:
Nessuno ha diretto classici più divertenti di quelli.
Se alla regia c’è un maestro, occhio alla sceneggiatura:
Pietro Germi, regista dello spassoso Divorzio all’Italiana
Insieme ad altri tre ci mette inchiostro, esperienza e bravura
Per creare un capolavoro della commedia nostrana.
Amici Miei è ambientato nella splendida Firenze,
Le amichevoli avventure han come sfondo l’Arno
Mi sentirete forse abusare di poetiche licenze
Per sciacquare i panni, che il film di volgarità certo non è scarno.
Quattro amici, che in breve cinque diverranno
Compagni di scuola, di vita e di caserma
Serietà, vergogna e pudore non ne hanno
Perchè, come si sa, è perduto chi si ferma.
Il primo personaggio a comparire è il narratore,
Perozzi Giorgio, redattore di un quotidiano
Philippe Noiret è il nome dell’attore
“Se mio figlio è la carne della mia carne, io divento vegetariano”.
Dell’attore francese già a noi è noto il viso,
Ha interpretato con Massimo Troisi Il Postino
E poi con Nuovo Cinema Paradiso
Grazie a Tornatore è diventato un beniamino.
Il Perozzi, terminato il lavoro sul far del giorno
Sente che una colazione con brioche è più che meritata
Ma poiché a casa non vuole far ritorno
Rimonta in macchina, e parte la zingarata.
A quell’ora del mattino però ogni amico è tranquillo
Senza grilli per la testa a dormire nel suo letto
Tranne il Melandri, trascinato dal mastodontico Birillo,
Il cane della moglie, alla ricerca di un frondoso gabinetto.
Il secondo amico mio è Rambaldo Melandri, di professione architetto
Da Gastone Moschin interpretato
Divenuto schiavo sotto il suo stesso tetto
Di una donna che al legittimo marito ha rubato.
Segue il racconto di questa sua sventura,
Che l’ha portato a prendersi in casa quella donna
Quando dopo l’ennesima sgangherata avventura
Scambiata l’aveva addirittura per la Madonna.
“Mai avevo visto donna più bella!”
Disse agli amici, suoi coinquilini all’ospedale
“Non posso pensare che a Donatella!”
Peccato che il marito sia un chirurgo di fama mondiale:
Il Professor Sassaroli (mitico Adolfo Celi), barone della sanità fiorentina,
Della moglie e del Melandri scopre la tresca
Ma a sorpresa acconsente a cedere la mogliettina,
Insieme però alle bimbe, al cane e alla tata tedesca.
Altri due amici mancano da presentare:
Duilio del Prete è il barista Necchi
Nel cui locale si trovano a giocare
I quattro amici più cari e vecchi.
Infine non resta che il conte Mascetti
Cui dà volto il grande Ugo Tognazzi:
sebbene abbia innumerevoli difetti
Tutti quanti per lui vanno pazzi,
Dalla moglie (Milena Vukotich), poveretta,
Maltrattata, ingannata e tradita,
All’amante, Titti, la scolaretta
Lesbica con un solo uomo nella sua vita.
Il conte Mascetti un tempo era ricco assai
ma l’intera fortuna, sua e della moglie, l’aveva sperperata
così molto spesso si ritrova nei guai
ma ne esce sempre con la Supercazzola prematurata.
Nemmeno l’ospedale i nostri amici fiacca,
Non temono ingessatura nè medicina
Affrescano il soffitto con la cacca
E con il turpiloquio fanno impazzire la pinguina.
Ogni disavventura si trasforma in opportunità:
Davanti ad una (falsa) gobba l’amante appiccicosa scappa via;
Mascetti vende il gesso e il certificato d’invalidità
Molto più facilmente di un’enciclopedia.
Ormai che anche il Sassaroli fa parte della banda
È giunto il momento di avviare il motore
E senza meta a zingarare per la landa
Sempre omaggiando la “Bella Figlia dell’Amore”.
La prima tappa ovviamente è alla stazione
A tirare schiaffi ai viaggiatori in partenza
E se il vigile tenta una contravvenzione
Il Mascetti con la Supercazzola risolve la vertenza.
Nel piccolo paesino arrivano poi tutti fieri
E ne annunciano agli increduli abitanti la distruzione
“Scusate noi siamo tutti ingegneri:
Dove ora c’è la chiesa ci sarà la circonvallazione
Al posto delle case passerà l’autostrada”
Tutti sono ormai affacciati alla finestra
“Ancora non si sa bene dove vada
Ma di certo avrà lo scappellamento a destra”.
“Che cos’è il genio?” domanda quindi lo scribacchino
“E’ fantasia, intuizione, precisione…”
Nel riempire fino all’orlo il vasino di un bambino
“…e velocità d’esecuzione!”
Entra ora in scena Bernard Blier con lo sgradevole Niccolò Righi
Impenitente ladro di cannoli
Costretto a subire gli intrighi
Dei quattro amici, più il Sassaroli.
Inizialmente è un piccolo raggiro:
Lo fanno scappare con la droga, zucchero in bustina
Ma lui torna, vuole entrare nel giro…
E allora si mette in scena una bella recitina.
I nostri si fingono un clan della malavita
Mettono una pistola in mano al poverino
E quando ormai la recita è finita
Inscenano una strage di San Valentino.
Un film come questo oggi non si potrebbe mai girare:
gli amici miei non son certo personcine coi fiocchi!
Immaturi, misogini, cinici, senza alcuna voglia di cambiare
“Come si sta bene tra uomini, perché non siamo nati tutti finocchi?”.
Il film è spassoso ma ha un finale amaro:
Infatti il Perozzi alla fine muore
Non di risate nè per uno sparo
Ma per uno spietato attacco di cuore.
Perozzi sa che il suo momento è arrivato,
Chiama a sé il prete per la benedizione
Ma invece che confessare ogni suo peccato
Sceglie una gran Supercazzola come degna conclusione.
Spero non vi abbia deluso questo mio componimento
A farlo io mi sono divertita un mondo
E se per caso è stato di vostro gradimento
Vi aspetto di nuovo qui per Amici Miei – Atto Secondo.
Voto: 4 Muffin
Ancora complimenti a Vincenzo per aver risolto il mio ultimo enigma! Grazie per aver giocato, spero che il premio sia di tuo gradimento 🙂
Capolavoro. Peccato per i seguenti non proprio all’ altezza, specie il terzo.
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Sono d’accordo che il terzo sia di livello decisamente inferiore, ma il secondo mi piace… ne parlerò quanto prima!
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Grazie! Incasso il poetico premio e aspetto allora il secondo capitolo, che ricordo molto meno del primo🙂
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Eh, anche io provvedo al ripassino prima di occuparmene 🙂
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Stavo pensando di pubblicare la tua recensione in versi di In & Out di cui avevo risolto l’enigma, sul mio blog. Ovviamente con un link al tuo blog e solo se me ne dai il permesso☺
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Ma certo Bobby, sarei onorata di comparire sul tuo blog, grazie! 🙂
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Allora a presto dalle mie parti Madame😀
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Lo sai che da te ci passo sempre! 😉
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