
Titolo originale: The Woman in the Window
Anno: 2021
Regia: Joe Wright
Interpreti: Amy Adams, Gary Oldman, Anthony Mackie, Julianne Moore, Jennifer Jason Leigh, Fred Hechinger, Wyatt Russell
Dove trovarlo: Netflix
Anna Fox (Amy Adams) è una psicologa infantile che soffre di agorafobia e da anni non esce più di casa. Trascorre il tempo in compagnia del suo gatto, guardando la televisione, bevendo finché non viene raggiunta dal sonno e dagli incubi: la massiccia terapia di psicofarmaci cui si sottopone non sembra dare risultati. In questa situazione diventa normale per Anna trascorrere molto tempo alla finestra, osservando la strada e i vicini di casa. Quando la famiglia Russell si trasferisce nell’appartamento di fronte Anna incontra dapprima il figlio, il timido e introverso Ethan (Fred Hechinger), poi sua madre, l’allegra e amichevole Jane (Julianne Moore) e infine il padre, Alistair (Gary Oldman), dal carattere possessivo e violento. Alistair non gradisce che la dirimpettaia stringa legami con i suoi familiari e cerca di tenerla a distanza, ma quando Anna assiste dalla finestra all’omicidio di Jane non può evitare di rimanere coinvolta. Dalle indagini della polizia però la sua vicina Jane Russell risulta viva e vegeta… che sia stato tutto un incubo frutto della sua mente alterata?
A partire dal titolo stesso del film, La Donna alla Finestra esplicita i suoi richiami verso il capolavoro di Alfred Hitchcock La Finestra sul Cortile, in cui il giornalista James Stewart, immobilizzato da una gamba fratturata, si convinceva di aver assistito dalla sua finestra ad un omicidio. Giusto per ribadire il concetto, Anna guarda molto spesso vecchi film, tra cui proprio La Finestra sul Cortile ma anche Io Ti Salverò, altro film di Hitchcock affine per le tematiche affrontate (problemi psichici, rimozione di traumi, percezione alterata della realtà). Se nel film con James Stewart l’immobilità forzata era simbolo della riluttanza del protagonista a lasciarsi andare ai sentimenti per la bella Grace Kelly, in questo caso invece l’agorafobia (la paura degli spazi aperti e delle folle) scaturisce dalla difficoltà ad affrontare un trauma che ci viene rivelato (senza grosse sorprese, a dire il vero) solo in un secondo momento. Si tratta in entrambi i casi di una condizione che immobilizza i protagonisti, impedendo loro di vivere appieno la propria vita. Qui finiscono tutte le rassomiglianze con il film di Hitchcock: ci troviamo ad un livello decisamente più basso da ogni punto di vista. Il regista Joe Wright in passato si è dimostrato molto abile soprattutto nei film in costume, patinati eppure incisivi e divertenti come Orgoglio e Pregiudizio; purtroppo però non si mostra affatto a suo agio nel genere giallo/thriller, dove non riesce a costruire una suspense (non riceve nemmeno l’aiuto della colonna sonora di Danny Elfman, decisamente poco incisiva), a creare un mistero (la svolta finale è, come minimo, lapalissiana), a dare ambiguità ai personaggi. Questo non a causa degli attori, che invece si comportano tutti molto bene. Amy Adams accetta di sacrificare la sua bellezza per diventare una donna distrutta e disturbata, mettendo il suo talento al servizio di una protagonista con cui lo spettatore fatica, dall’inizio alla fine, a trovare empatia. Gary Oldman fatica a brillare a causa di una sceneggiatura balorda che, nel tentativo di dare ambiguità al suo personaggio lo rende poco efficace. Scintilla invece Julianne Moore in un ruolo vitale e cardinale, anche se di breve durata, mettendo in ombra la pur brava Jennifer Jason Leigh. Il migliore in campo, a sorpresa, è Wyatt Russell, l’affittuario ambiguo e misterioso, nonostante il personaggio venga usato come risolutore di tutte le storture della sceneggiatura. Riprovevoli, a mio parere, gli inserti come le macchie rosse sul tovagliolo, la mela rossa o i fiocchi di neve, nati sicuramente dal tentativo di richiamare le tecniche di Hitchcock (inserti e filtri cromatici per rappresentare una percezione distorta della realtà o un trauma affiorante) ma che qui non funzionano affatto. Purtroppo in questo film niente funziona: niente giallo, niente suspence, niente mistero, nessuno scavo psicologico interessante, nessun personaggio memorabile. Curiosità: anche se qui ha un ruolo molto piccolo come marito di Anna, Anthony Mackie ha da poco goduto di grande fama come protagonista della serie Disney Plus Falcon and the Winter Soldier, in cui interpreta appunto l’avenger Falcon che si incontra/scontra con il nuovo Captain America, interpretato guarda caso da Wyatt Russell. Il fatto che questa sia la curiosità più interessante di questo film la dice lunga sulla sua qualità, ahimè.
Voto: 1 Muffin
Per ora Wright m’è sembrato di quelli «un passo avanti e tre indietro…»
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Purtroppo è vero, dà proprio questa impressione.
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Condivido il giudizio non positivo. Ho visto il film solo perché adoro Amy Adams, che riesce splendidamente quando deve interpretare donne “spezzate” dentro, nella sua serie “Sharp Objects” è così perfetta che sono corso poi a leggermi d’un fiato il romanzo da cui era tratta. Ma niente, qui è davvero sprecata in un ruolo dalla banale scontatezza che lascia allibiti.
Il regista si impegna moltissimo in intricatissimi e totalmente inutili virtuosismi visivi, che non c’entrano niente e in nessun momento creano atmosfera, e si scorda per strada una qualsiasi costruzione narrativa. Gli attori sono tutti bravissimi, ma tutti sprecati. Davvero un gran peccato.
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Anche a me piace molto Amy Adams, sia lei che gli altri interpreti di questo film si salvano tutti, il problema è… beh, tutto il resto!
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Ciao!
Ti volevo dire che nelle prossime settimane il sottoscritto e altri blogger amici daremo vita, come ogni anno, alla nostra “notte horror”, iniziativa ormai “storica” e per la quale ti invitiamo volentieri nel caso ti facesse piacere partecipare… la partecipazione non è assolutamente impegnativa: c’è solo da recensire un film horror (ovviamente) uscito negli anni che vanno dai ’70 ai ’90. Se vuoi qui ci sono maggiori dettagli:
https://solaris-film.blogspot.com/2020/07/notte-horror-2020-settima-edizione.html
L’unica cosa, siccome il nostro blog “di servizio”, quello che usiamo per confrontarci, è su blogger, ti chiederemmo solo di aprire un account blogger (basta solo una mail .gmail). Nel caso fossi interessata comunicami (anche in privato, se vuoi, a kriskelvin72@gmail.com) la tua adesione e io ti manderò il link di invito…
Altrimenti… amici come prima, ci mancherebbe! 🙂
Sauro
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Un film davvero mediocre
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Verissimo, con quel cast si poteva sicuramente fare di meglio.
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