Mai Dire Cinema

Ho già raccontato di come, fin da piccolissima, io abbia iniziato ad amare il cinema guardando i film seduta sulle ginocchia di Papà Verdurin. Ma questo accadeva solamente quando non c’era la partita dell’Inter

In quel caso guardavamo insieme la partita oppure Quelli che il Calcio e Papà Verdurin tifava sempre Inter, anche contro ogni logica e buon senso. Purtroppo però in quegli anni vinceva sempre il Milan, e agli occhi di una bimba di tre anni la squadra che vince è la più bella. E poi nel Milan c’era Gullit, con le sue treccine: la prima di una lunghissima serie di cotte per calciatori della mia vita. Così iniziavo a tifare Milan e mio padre si arrabbiava: “Ho cresciuto una serpe in seno!”

Poi andavamo a giocare la schedina: Papà Verdurin aveva un metodo e studiava tutto per bene; poi, vedendo che io ne indovinavo più di lui, decise che era meglio lasciar perdere. Il divertimento poi continuava con Mai Dire Gol. Ovviamente non potevo capire tutto, ma ricordo ancora benissimo Luttazzi con il suo tabloid (“E’ un calcio mmalato!”), Claudio Bisio/Micio con la coda di cavallo e tutti i suoi intrallazzi, Aldo Giovanni e Giacomo arbitri rinchiusi negli spogliatoi dopo la partita per paura di essere pestati dai tifosi, la canzone di Elio “Ti amo campionato perché non sei falsato”. Ricordo ancora la musichetta che accompagnava la compilation di simulazioni e tuffi dei calciatori.

Poi è arrivato Holly e Benji: grande passione, grandissima cotta per Mark Lenders, urla e strepiti se mi veniva impedito di vedere un episodio. Ero ormai alle elementari, in una scuola gestita da suore: durante la ricreazione, i maschietti giocavano a calcio, mentre le femminucce pettinavano le bambole (letteralmente). Ma io sgattaiolavo nel campo da calcio e scongiuravo i maschi di farmi giocare. A volte me lo permettevano (e segnavo anche), a volte restavo a fare il tifo. Quando avevo dieci anni Babbo Natale mi portò un calcetto (con grande sgomento delle mie compagne che avevano ricevuto case delle bambole) su cui io mi allenai molto ma Papà Verdurin si rovinò la schiena, essendo a misura di bambino e non di adulto. Seguì poi un periodo di allontanamento dal calcio e da molte altre cose, “The Age of Not Believing” come canta Angela Lansbury in Pomi d’ottone e Manici di Scopa (dove tra l’altro si gioca la partita di calcio più bella della storia del cinema), che durò anche per tutti i Mondiali 2006.

La sera della finale rifiutai categoricamente di guardare la partita, non solo per ribellione: la mattina dopo avrei avuto l’orale dell’esame di maturità. A studiare però non ci riuscivo proprio, così finii per guardare un film: Top Gun. Non ne ricordo assolutamente nulla, se non quel che ho visto in Hot Shots! Poi cercai di dormire… inutilmente, ovviamente: l’Italia vinse i Mondiali e i festeggiamenti impazzarono per tutta la notte. Al mattino dopo, per fortuna, i professori erano contenti e stanchi almeno quanto me, così tutto filò liscio.

La mia strada e quella del calcio proseguirono parallele ancora per qualche anno, poi tornarono inaspettatamente ad incrociarsi. Dovetti sottopormi ad un piccolo intervento chirurgico, che però mi lasciò immobilizzata per quasi un anno. Ferma sul divano, non avevo scelta che guardare quello che passava in tv, comprese le partite di calcio: era il 2010, l’anno del Triplete dell’Inter di Mourinho! Questo per me significò vedere ogni singola partita dell’Inter in campionato, in Champions League e in Coppa Italia. Dopo un paio di mesi conoscevo la formazione, le tattiche, i giocatori (a memoria: Julio Cesar, Lucio, Samuel, Stankovic, Pandev, Maicon, Sneijder, Milito, Eto’o, Nagatomo, Pazzini) e tifavo sfegatatamente Inter: in pratica ero tornata bambina. Dopo aver ottenuto i suoi “Tre Tituli” Mourinho, come Mary Poppins, lasciò l’Inter per andare in aiuto di altri bambini in difficoltà: quelli del Chelsea. 

Continuai a seguire il calcio, anche se con meno assiduità, e ancora oggi se c’è l’occasione di vedere una partita la guardo volentieri, soprattutto a livelli alti in cui si può vedere davvero del bel gioco. Ma questo cosa c’entra col cinema?

Ho già raccontato di come il gioco del calcio e il cinema si intreccino talvolta nei miei sogni, proprio come accade sullo schermo, con esiti a volte felici (come in Fuga per la Vittoria) a volte meno felici (come nel recente film italiano La Partita). A volte queste due realtà apparentemente distanti si intersecano in modo inaspettato. Mentre guardavo la finale dei Mondiali 2020, ad esempio, la regia ha mostrato Tom Cruise seduto sugli spalti dell’Inghilterra, accanto a David Beckham con cui si scambiava orgogliosamente un brofist. Ma come?

Ora, tutti quelli che sono già stati qualche volta su Cinemuffin (ma anche quelli che hanno semplicemente guardato la homepage) sanno che io ho un debole per tutto ciò che è inglese. Tuttavia, risaputamente, questo non vale per gli americani, soprattutto per quelli che sono stati Maverick e sono anche “Nati il 4 Luglio”.

Beh, vedere Tom Cruise fare il tifo per l’Inghilterra anziché per l’Italia, quando tra l’altro era stato da poco a Roma per girare il nuovo Mission: Impossible, mi ha intristito molto più di quanto potessi pensare. Ma come, io che ho perso la vittoria dell’italia del 2006 per guardare te svolazzare nel blu dipinto di blu, e ora ti trovo a fare il tifo per gli avversari?

Mi è stato fatto notare che se fosse stato seduto tra i tifosi italiani forse lo avrebbero preso a botte all’uscita, e io certo non vorrei questo. E anche che forse era capitato allo stadio senza nemmeno rendersene conto, proprio come non si era reso conto di aver recitato in quel film di vampiri (per capire meglio questa battuta vedere assolutamente il film Bowfinger con Steve Martin e Eddie Murphy).

Però ci sono rimasta male, ecco.

Mi sono subito consolata con la voce della commentatrice tecnica, Katia Serra, ex calciatrice. Devo ammettere che all’inizio facevo fatica ad abituarmi ad una telecronista donna, abituata come sono a sentire da sempre solo voci maschili, non per le sue parole, ma proprio per la voce: pensavo sempre che qualcuno avesse acceso la tv su un altro canale nella stanza accanto. Però Katia ha mostrato non solo grande competenza e affiatamento con il collega, ma anche una grande passione (senza mai scadere nel ridicolo come alcuni commentatori di Sky, permettetemi). Nessuna più di me, con i miei trascorsi infantili a bordo campo, può essere più soddisfatta dell’ingresso delle donne anche nel mondo del calcio maschile, come commentatori e come arbitri. La telecronaca poi è un racconto, così come lo è un film: ed ecco che il cerchio si chiude.

Per concludere: meglio una bella partita di un brutto film; e in entrambi i casi, sempre meglio che pettinare le bambole.

28 pensieri riguardo “Mai Dire Cinema

  1. I followed football most of my life. Manchester City were my team before I fell out of love with the game. I still respect our former manager Roberto Mancini for winning the Premier League and ending United’s domination, a great memory. I was pleased for him and the Italian team on Sunday night. Forza Mancini!

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  2. Interessante questo excursus molto personale sul calcio!

    Io da piccolo tifavo Milan perché Van Basten era troppo spettacolare. Poi cominciai a seguire Roberto Baggio in qualunque squadra fosse, e smisi di guardare il calcio quando lui si ritirò.

    Ora non guardo una partita da secoli, però serbo tanti bei ricordi del Mai dire goal degli anni 90 con Luttazzi Bisio Aldo Giovanni e Giacomo Fabio de Luigi Antonio Albanese e tutti quei matti lì guidati dalla Gialappa’s! :–)

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  3. Da disinteressato totale del calcio quale sono, ti ho letto con grande piacere, perché invece di scendere in beghe da tifoserie hai raccontato il calcio dei sogni, dei ricordi, del cinema e delle emozioni. E mi hai ricordato la mitica partita di “Pomi d’ottone”, che credo d’aver visto in sala, da piccolissimo, ma che poi ho rivisto mille volte quando in casa entrò quella meraviglia chiamata “videoregistratore” ^_^
    Spero che ti sentirai in colpa, perché ora m’hai fatto venire una gran voglia di iniziare un ciclo zinefilo su “calcio e cinema”, e già sento ammonticchiarsi in mente titoli e mitiche partite, con la musica “Little Less Conversation” di Elvis e calciatori in aeroporto! Se farò davvero questo ciclo, sarà tutta colpa tua!!!!!
    Infine, data la tua passione per i britannici e per il calcio, do per scontato che sarai anche un’amante del mitologico “Mean Machine” (2001), la versione britannico-calcistica dell’americano “Quell’ultima sporca meta”. Un film talmente perfetto che potrebbe addirittura spingermi a vedere una partita di calcio in TV 😛

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    1. Letto e risposto, un racconto davvero divertente! Io in realtà ero una secchiona, quindi l’esame è andato molto bene, ma non escludo che l’euforia per la vittoria del Mondiale e la spossatezza dei professori abbia aiutato 🙂

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  4. Ma dai! Anche se, mi pare di capire, io sono nata almeno 10 anni prima di te, la prima parte dell’infanzia ce l’abbiamo avuta identica: papà interista e io anche, finché non è arrivato Gullitt, e allora ciao Inter, viva Milan!
    Nel 2006 mentre tu avevi la maturità io avevo finito l’università ed ero a lavorare in Australia… ricordo di essere rimasta sveglia fino alle 6 di mattina a vedere la partita, con sommo odio dei miei inquilini, e di avere chiamato casa, dove tutti stavano festeggiando ❤
    Poi basta, tra me e il calcio è arrivato il divorzio, ho dormito per tutti gli europei XD

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    1. Vedi, mi piace tantissimo raccontare, ogni tanto, qualcosa di me, così riesco anche a scoprire qualcosa di più sugli altri. Nel nostro caso abbiamo avuto esperienze molto simili ed è bello poterle condividere. Il calcio, proprio come il cinema, è un porto sicuro da cui ci possiamo allontanare per tornare se e quando ci fa piacere, sarà sempre lì ad aspettarci 🙂

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  5. Ahahaaha ho riso e sorriso, anche di malinconia (si può sorridere di malinconia?) leggendo da donzella, questo articolo divertentissimo. Pettinare le bambole (letteralmente) è tanta roba, e sentire ricordare Holly e Benji..cresciuta con loro in televisione, dividendo schermo e divano coi maschi..
    Tom Cruise ai due eventi Tenniscalcio ha aperto per un paio di giorni dibattiti in radio, e si sono sprecate le battute con lui seduto nella tifoseria ‘Mission Impossible’!!
    Ti leggerò con attenzione, io ho appena iniziato, ma ho un cassetto pieno di storie e fantasie!

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