Flubber – Un Professore tra le Nuvole

Titolo originale: Flubber

Regia: Les Mayfield

Anno: 1997 

Interpreti: Robin Williams, Marcia Gay Harden, Raymond Barry, Will Wheaton

Dove trovarlo: Disney Plus

Il professor Philip Brainard (Robin Williams) è un insegnante di scienze del liceo con la testa sempre tra le nuvole, così preso dai suoi calcoli e dai suoi esperimenti che già per due volte si è dimenticato di presentarsi al suo matrimonio con la bella preside Sara (Marcia Gay Harden), che però decide di dargli una terza occasione. Ma, proprio quando l’ora delle nozze è ormai vicina, il professore riesce a creare nel suo laboratorio un fluido antigravità in grado di produrre energia cinetica e far volare oggetti, persone ed automobili. Il professore dovrà ora riconquistare l’amore di Sara e allo stesso tempo difendere la propria scoperta da un uomo d’affari senza scrupoli.

Flubber (questo il nome che il professore dà alla sostanza da lui creata) è il remake del film del 1961 Un Professore tra le Nuvole, che aveva come protagonista il simpatico Fred MacMurray. Molto fedele all’originale ha come punto di forza la qualità degli effetti speciali che vengono utilizzati per umanizzare il fluido Flubber rendendolo non solo senziente (può spaventarsi e soffre il solletico, per esempio) ma addirittura esibizionista, con scene di numeri musicali un po’ troppo lunghe nonostante la colonna sonora di Danny Elfman. Altro punto di forza è naturalmente la simpatia di Robin Williams, perfettamente a suo agio nei panni del professore con la testa tra le nuvole. Molto melensa e fastidiosa invece la presenza del robot-governante innamorato del professore, mentre al contrario il robot da cucina tuttofare è una bella trovata. Per il resto il film si limita a ricalcare l’originale, salvo qualche aggiornamento doveroso (la protagonista femminile, la sempre bravissima Marcia Gay Harden, non è più la segretaria del preside ma è la preside del liceo), e riproporre le stesse gag connesse all’auto volante e alla “rimbalzosità” di Flubber. Al confronto diretto vince senza dubbio il primo film. 

Voto: 2 Muffin

American Dreamz

Titolo Originale: American Dreamz

Anno: 2006

Regia: Paul Weitz

Interpreti: Hugh Grant, Mandy Moore, Dannis Quaid, Willem Dafoe, Marcia Gay Harden, Bernard White

Dove trovarlo: a casa dei miei genitori, in alto sopra al televisore, seconda fila

American Dreamz è il talent show dedicato ai nuovi talenti canori più seguito d’America, anche grazie al fascino e alla cinica irriverenza del suo conduttore Martin Tweed (Hugh Grant). Alla nuova edizione del programma parteciperanno Sally Kendoo, una giovane e bella ragazza disposta a tutto pur di vincere (Mandy Moore) e Omer, un ragazzo del Medio Oriente amante dei musical ingaggiato suo malgrado per attentare alla vita del Presidente degli Stati Uniti (Dennis Quaid), che sarà l’ospite d’onore della serata finale.

Non mi sono mai saputa spiegare come mai questo film divertentissimo e con un gran bel cast sia stato praticamente ignorato in Italia, e anche in patria non ha riscosso il successo che invece meritava. Ho elaborato l’ipotesi che sia stato fatto passare in sordina a causa della sua non velata presa in giro del presidente Bush (anche se nel film il presidente statunitense ingenuo e scemotto, magistralmente interpretato da Dennis Quaid, ha un nome diverso) e della sua politica internazionale aggressiva. La sua acuta satira sulla politica USA è infatti uno dei punti di forza del film, ma non l’unico, perché lo stesso vetriolo viene dedicato anche alla televisione (in particolare agli imperversanti talent show) e ai suoi spettatori. Hugh Grant per una volta interpreta un personaggio diverso dal solito bravo ragazzo: il suo Martin Tweed infatti è un cinico, egocentrico e vanesio uomo di spettacolo, adorato dal pubblico per le sue compiaciute stroncature dei giovani aspiranti artisti. Nel cast troviamo poi ottimi comprimari come la fedele First Lady Marcia Gay Harden e il consigliere tramaccione Willelm Dafoe. La protagonista Mandy Moore ci regala sia bellissime canzoni (ma in genere tutta la colonna sonora è davvero bella e molto divertente) che un’ottima interpretazione. American Dreamz era sincero e attuale alla sua uscita ma lo è ancora oggi, e riesce allo stesso tempo a far ridere fino alle lacrime ma anche a far riflettere su certi aspetti scandalosi del mondo dello spettacolo e di quello politico (che in fondo non appaiono tanto diversi). Consiglio a tutti di recuperarlo: American Dreamz, Dreams with a “Z”.

Voto: 4 Muffin