Captain Fantastic

Anno: 2016

Regia: Matt Ross

Interpreti: Viggo Mortensen, George MacKay, Frank Langella

Ben e Claire hanno deciso di crescere i loro sei figli in modo non convenzionale, vivendo nei boschi e sottoponendoli ad una rigidissima disciplina che comprende la caccia, l’allenamento fisico estremo, la filosofia, le lingue straniere e molte altre cose. Alla morte di Claire, che dopo l’ultimo parto soffriva di una depressione tale da indurla al suicidio, Ben e i ragazzi dovranno affrontare il mondo reale per presenziare al funerale.

Qualche giorno fa ho deciso di dare un’occhiata al catalogo di RaiPlay e mi sono imbattuta in questo film, di cui non mi sarei mai ricordata se non fosse per il titolo fumettistico e la presenza di Viggo Mortensen. Ma soprattutto, sotto la locandina campeggiava la scritta “disponibile solo per un giorno”, e così, come una qualsiasi vittima delle classiche televendite con le strepitose offerte “solo per oggi”, mi sono lasciata convincere a vederlo quella sera stessa. Innanzitutto Captain Fantastic non ha proprio niente a che vedere con i noti supereroi con maschera e mantello, anzi, è un film tecnicamente e visivamente semplice che però invita a riflettere su argomenti molto controversi e complessi. Ben decide di crescere i suoi figli fuori da ogni schema e convenzione sociale, con il risultato di formare sei ragazzi svegli e intelligenti, dotati di senso critico e istinto di sopravvivenza, capaci di pescare e di citare Platone, di scalare pareti rocciose e di parlare l’esperanto, ma del tutto impreparati ad affrontare il mondo civilizzato in tutti i suoi aspetti. Si potrebbe discutere per ore sull’impatto che ha la società sull’individuo e sulle sue capacità, ma fin dall’inizio del film è chiaro che non c’è che una possibilità per sopravvivere davvero: il compromesso. E se questo è basato non sull’arrendevolezza ma sul desiderio di espandere le proprie esperienze, soprattutto affettive ed emotive, allora non vi è nulla di vile, anzi. Capitan Fantastic è un personaggio davvero complesso e viscerale, molto ben rappresentato da Viggo Mortensen, che riesce ad apparire a tratti come un supereroe e a tratti come un mostro che maltratta i figli. Il film si lascia guardare, gli attori, anche i giovanissimi, sono bravi, l’idea è intrigante, ma l’inevitabile finale non giunge come una sorpresa. La totale estraneità della famiglia di Ben ad ogni convenzione sociale rende difficile l’empatia con i protagonisti ma spinge alla riflessione e all’autoanalisi, cosa che per un film non è mai negativa.

Voto: 2 Muffin

4 pensieri riguardo “Captain Fantastic

  1. MI era piaciuto perché molto lontano dai soliti film sulla famiglia, una storia che spiazza anche gli stessi protagonisti che non possono fossilizzarsi sul loro modo di vedere la vita, ha molto da offrire al pubblico questo film secondo me 😉 Cheers

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    1. Non conoscevo George McKay, ma credo che sia il personaggio più convincente di Captain Fantastic dopo quello del papà, l’unico che manifesti volontà di fare esperienze nel mondo e imparare a conoscerlo. La scena in cui chiede di sposarlo alla ragazza che ha baciato per qualche minuto è divertentissima e anche tenera. Mi è davvero piaciuto, non ho ancora visto 1917 ma cercherò di vedere altri film con lui se avrò l’occasione.

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