
Titolo originale: Free Guy
Anno: 2021
Regia: Shawn Levy
Interpreti: Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Taika Waititi
Dove trovarlo: Disney Plus
Guy (Ryan Reynolds) ha una vita monotona: si sveglia, saluta il pesce rosso, prende sempre lo stesso caffè nello stesso bar, va al lavoro in banca, si stende a terra quando entrano i rapinatori… Tutto uguale, ogni giorno della sua vita. Eppure Guy è sempre felice e soddisfatto. Almeno fino a quando non incontra una ragazza misteriosa (Jodie Comer) che gli rivela che lui, in realtà, non è una persona vera ma un PNG (Personaggio Non Giocabile) di un videogioco…
Il nome del protagonista, Guy, in inglese significa “tizio”, a sottolineare il fatto che in questo caso il nostro eroe non è altro che un tizio qualunque con un lavoro qualunque contento della sua vita mediocre e monotona… ma quando scopre che in realtà il suo mondo non è reale ma è un videogioco, e che per giunta sta per essere cancellato, le cose cambiano.
Guardando il film inevitabilmente ne vengono in mente molti altri con tematiche simili: The Truman Show, in cui Jim Carrey scopre di essere stato per tutta la vita il protagonista di un reality show; Matrix, in cui Keanu Reeves scopre che la realtà non è reale; Ready Player One, ambientato in un videogioco, che Steven Spielberg farcisce all’inverosimile di citazioni. Eppure la somiglianza più eclatante è con un film italiano, Nirvana di Gabriele Salvatores, in cui Diego Abatantuono scopre di non essere una persona in carne e ossa ma il protagonista del videogioco creato da Christopher Lambert. Free Guy però, a differenza di Nirvana, evita il ridicolo involontario perché non si prende mai sul serio (e come potrebbe?) e non si sofferma sul destino tragico o sul significato dell’esistenza: anche Shawn Levy, come Spielberg, si diverte a riempire il suo film di citazioni da videogiochi e film famosi, portandosi dietro dalla serie Stranger Things, di cui ha diretto vari episodi, oltre all’attore Joe Keery, anche lo stesso disinteresse per gli approfondimenti filosofici o psicologici a tutto vantaggio dell’azione, degli inseguimenti e degli effetti speciali. Free Guy è un film senza pretese per una visione senza pretese per lo spettatore che desidera staccare la spina (del cervello, mi raccomando, non della Play Station!) per un paio d’ore e divertirsi a riconoscere personaggi e omaggi. Gli attori fanno tutti il loro dovere, peccato solo per i ruoli patetici rifilati al povero Channing Tatum e soprattutto al regista Taika Waititi, con il suo villain così sopra le righe.
Nota di merito per gli adattatori italiani dei dialoghi che si sono saputi destreggiare bene nel complicato linguaggio anglicizzante dei gamers.
Un’ultima postilla: nel quinto episodio della stagione 10 della Signora in Giallo, Omicidio a Hasting Rock (in originale Virtual Murder) la scrittrice Jessica Fletcher scrive soggetto e dialoghi per un videogioco investigativo in realtà virtuale. Appena prima della presentazione ufficiale del gioco, il programmatore viene trovato morto e non si trovano più i codici sorgente del gioco: si scoprirà alla fine che il diffidente creatore del gioco li aveva nascosti all’interno del gioco stesso, dietro una porta apparentemente impossibile da aprire… e alla fine, svelato il mistero, gli altri due programmatori Kate e Michael (interpretato da Kevin “Hercules” Sorbo) decidono dopo tanti anni passati a lavorare fianco a fianco di vivere il loro sogno d’amore…
Non importa quanto sul pezzo credi di essere: la signora in giallo è sempre un passo avanti a te!
Voto: 2 Muffin

ahahah nessuno può battere Jessica Fletcher!!! 😀
Sarà che non mi aspettavo niente, alla fine è stato un film carino e leggero, più che altro da vedere per le citazioni. Non sarà certo il titolo che segnerà la storia del cinema…
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Vero, si lascia vedere anche se poi non ti lascia niente… tutto sommato è un film #aggettivo# XD
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ciao^^
interessante come abbiamo notato link a film diversi e strutturato la recensione su temi diversi; io cmq darei minimo 3 muffin, il lavoro di ambientazione è favoloso
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Sì, abbiamo fatto due recensioni molto diverse, ma il bello è proprio questo. Vuol dire che il film era abbastanza denso da poter essere guardato da due punti di vista diversi; avevo pensato a dargli un muffin in più ma, dopo pochi giorni dalla visione, già me lo sto dimenticando…
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Vabeeh
Ma anche the father già dopo qualche ora fai missiotto 🤣🤣🤣
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Per me però funziona come metro di giudizio: visto che ho la stessa memoria del pesce Dory, se mi ricordo un film dopo 48 ore allora vuol dire che aveva qualcosa di interessante XD
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E xon the father funziona?
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Non ho visto The Father, però posso dirti che funziona con Memento XD
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Che nn conosco 😬
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Te lo consiglio, è il miglior Nolan di sempre! Parla di un uomo che soffre, appunto, di perdita di memoria a breve termine, quindi tutte le cose importanti se le tatua addosso per non scordarle ed è alla ricerca della verità sulla morte della moglie. L’ho visto molti anni fa ma lo ricordo benissimo, proprio perché è molto ben fatto.
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Ah
Sembra interessante
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E già anche Nirvana ci stava, ma dubito che lo conoscessero quando hanno realizzato lo script, ma potrebbe anche essere. Brava Madame.
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Non so se conoscessero Nirvana, ma lo avevo visto da poco e le somiglianze di trama sono evidenti: magari è una coincidenza. Comunque meglio Free Guy, per carità!
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Ti è piaciuto The Truman Show?
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Sì, mi piace molto. L’ho rivisto recentemente e trovo che sia sempre valido, non ha sofferto del passare del tempo. Credo che sia una riflessione, ancora attuale, su come le persone siano capaci di assentire a cose abbiette se solo lo fanno tutti intorno a loro. In questo caso, tutti accettano l’idea che Truman viva una vita fasulla a sua insaputa senza pensare a quanto sia ingiusto verso di lui: credo che la tv possa avere davvero questo effetto. Riflessioni simili si ritrovano in Black Mirror ad esempio, sono sempre attuali.
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Parole sante! Colgo l’occasione per dirti che ho appena sfornato un nuovo post, in cui racconto una mia esperienza molto intima e personale… spero che ti piaccia! 🙂
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Ovviamente mi è piaciuto, come sempre. Chi lo dice che una donna non può capire o raccontare lo sport? Mi hai davvero incuriosito con questo libro 🙂
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Corro a risponderti nel mio blog! 🙂
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